04 Set Il dono dell’incontro con Simone Cristicchi
Il dono dell’incontro con Simone Cristicchi
Qualche tempo fa, una di noi ha avuto l’occasione di incontrare provvidenzialmente Simone Cristicchi e si sono scambiati i contatti. Qualche giorno fa, venendo a sapere del concerto che avrebbe fatto al castello di Fontanellato, abbiamo pensato di provare ad invitarlo per sentire la sua testimonianza di vita. Risposta quasi immediata, affermativa!
Alla nostra prima domanda su quando ha cominciato il suo percorso umano e di artista così bello ha risposto di averlo capito solo ultimamente. Il dolore forte e duro per la perdita del papà a 11 anni lo ha portato a rinchiudersi solo dentro la sua stanza, rifiutando relazioni, aiuto e qualsiasi tipo di spiegazione. Un dolore che lo stringeva dentro. Fino al giorno in cui, trovati dei pennarelli e un quaderno, ha cominciato a disegnare e scrivere per se stesso racconti divertenti, creando un mondo di fantasia che andasse bene per lui, dove accadevano solo cose meravigliose, un mondo pieno di colori. “Ho trasformato le mie lacrime in gocce di arcobaleno”. Così ha capito che poteva trovare la sua via di fuga, la sua salvezza, e questa via è stata la creatività, che gli ha permesso di intraprendere il lungo viaggio che dura tutt’ora. Ha trasformato la sua ferita in qualcosa di bello da condividere con gli altri attraverso l’arte, che gli ha rispalancato la porta della vita. Dopo il ritrovamento di una chitarra dimenticata in una soffitta, ha iniziato a raccontare le sue storie nelle canzoni.
E ce ne ha cantate tre, “Abbi cura di me”,” Ti regalerò una rosa” e “Lo chiederemo agli alberi”, spiegandoci come sono nate e il loro profondo significato. Scaturite da esperienze di incontri con persone disagiate e ferite. “Ascoltare, ascoltare con pazienza, è una pratica spirituale” ci ha detto, che gli ha fatto scoprire realtà sconosciute a cui ha dato voce nelle sue canzoni, con intensa sensibilità ed emozione. “E’ bello sentire che c’è un’umanità che vibra sulla stessa frequenza. Sono in ricerca, in cammino”, ci dice Simone. Anche tutte noi. Su vie diverse. Lui mediante il canto, nell’arte, e noi nello stare davanti a Dio nella preghiera silenziosa, questo Dio sconosciuto ci fa sentire in sintonia con la bellezza che viene fuori da ogni uomo che riesce ad andare a fondo nella sua ricerca. Ma in uno stesso “abbraccio, da cui non ti puoi liberare e in cui è bello starci dentro”, dice ancora Simone. E rimanendo uniti in questo abbraccio ci lasciamo, con un arrivederci. Questo incontro è stato davvero un regalo specialissimo per noi!
Le Carmelitane di Piacenza
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