Gruppo di monache

BOLOGNA

CARMELITANI SCALZI

PROVINCIA DI SAN CARLO BORROMEO

BOLOGNA

   TITOLO: Monastero Cuore Immacolato di Maria

   INDIRIZZO: Via Siepelunga, 51 – 40137 – BOLOGNA

   TELEFONO DELLA COMUNITÀ: 051 62.36.942

   E-MAIL DELLA COMUNITÀ: monastero@carmelitanescalzebologna.it

   ANNO DI FONDAZIONE: 1619

   ORARI VISITE E SS. MESSE: La Chiesa è sempre aperta durante le Celebrazioni, chi desiderasse venire a pregare in altri momenti, può suonare il campanello. La Messa feriale è alle ore 7.30 – Festiva ore 8.00.

BREVE STORIA: La fondazione in Bologna delle Monache carmelitane scalze risale a circa 400 anni fa. Essa «non è stata fatta per esortazione né di preti, né di frati, né di gentiluomini, né di alcun prelato, ma solo dello stesso Signore Gesù Cristo e della Beatissima Vergine», si legge in una testimonianza conservata nei documenti dell’Archi-ginnasio, direttamente lasciata dai due fratelli Marcantonio e Flaminio Campana, persone molto rette e generose, che sin dal 1613 si sentirono ispirati a realizzarla. Contattarono il Servo di Dio Cesare Bianchetti, il quale molto si adoperò per ottenere le necessarie approvazioni. Favorevolissimo si mostrò sin dall’inizio l’Arcivescovo, card. Ludovisi, che in una lettera del 17 maggio 1617, così scriveva al conte Bianchetti: «V. S. ha un’impresa degna di Lei, molto santa e che col tempo è per apportare grand’aiuto alla nostra città, per la santità della vita che fanno le Monache scalze carmelitane in ogni luogo ove si trovano. lo ne sento gusto grandissimo e non solo laudo et approvo questa degnissima risoluzione, ma benedirò sempre quelle persone che in ciò si impiegheranno». E fu proprio il Card. Ludovisi, divenuto Papa col nome di Gregorio XV, ad avere la consolazione di canonizzare, il 12 marzo 1622, la S. Madre Teresa. I due buoni fratelli Campana provvidero anche ad acquistare la casa situata di fronte alla chiesa di S. Giuliano in strada S. Stefano. La piccola chiesa e il monastero furono dedicati a S. Gabriele Arcangelo e il 1 novembre 1619, festa di Tutti i Santi, le quattro Madri fondatrici giunte da Cremona, diedero inizio alla loro vita monastica. Ben presto fiorirono le vocazioni, tanto che si rese necessario costruire ex novo un classico monastero e la nuova chiesa fu consacrata, quasi un secolo dopo, nel 1730, dal card. Boncompagni. Per anni le Monache poterono continuare a godere della fraterna sollecitudine e dell’assistenza spirituale dei Confratelli del convento di S. Maria Lacrimosa. Più travagliate vicende riservò alle Carmelitane la storia del XIX secolo, soprattutto per la soppressione del 1810. Ma il seme tornò a risorgere nel 1818, grazie alla paterna sollecitudine del Card. Oppizzoni che, rientrato dall’esilio, incoraggiò le nostre sorelle rimaste in Bologna, a riprendere la loro vita nel monastero di S. Omobono, in via S, Stefano, dal quale erano state espulse le Religiose servite. Una parentesi serena negli anni non meno duri che seguirono, fu la visita – non prevista nel programma ufficiale – del papa Pio IX il 29 giugno 1857. La comunità visse ancora nuovi anni d’esilio tra il 1891 e il 1894, in seguito al decreto ministeriale del demanio. Fallita ogni speranza di tornare al monastero di S. Omobono (trasformato nella Caserma Masini) e fiorite nuove vocazioni, le Monache dovettero trasferirsi in un’antica casa patrizia in via Malcontenti, adattata a monastero, che fu dedicato ai Santi Giuseppe e Teresa. In seguito ai danni provocati dai bombardamenti del settembre 1943, con l’aiuto di tanti benefattori, venne costruito l’attuale monastero, dedicato al Cuore Immacolato di Maria.

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