SANTA TERESA DI GESÙ

SANTA TERESA DI GESÙ

Memoria liturgica: 15 ottobre
Teresa di Gesù, fondatrice dell’Ordine Carmelitano “delle Scalze” e degli “Scalzi”, e dottore della Chiesa, nacque in Spagna, ad Avila, nel 1515. Donna di eccezionali talenti di mente e di cuore. Lasciò nella sua autobiografia e nei suoi scritti di spiritualità un documento di profonda esperienza mistica. Morì ad Alba de Tormes nel 1582.

Donna di una ricchezza femminile eccezionale, mistica dalle esperienze spirituali uniche.I suoi Scritti l’hanno resa Dottore della Chiesa. Fondatrice delle Monache e Frati Carmelitani Scalzi.

Santa Teresa di Gesù

Avila (Spagna) 1534. Una giovane donna di 19 anni bussa alle porte del monastero delle carmelitane. Veste in modo elegante e raffinato. E’ bella. Tutte le riesce bene. Non le manca nulla apparentemente. L’aspetta un brillante avvenire ed è guardata da tutti con ammirazione.

“E perché dunque vuol entrare al Carmelo?”
Perché ha sete, una sete profonda, che nessuna acqua al mondo è capace di soddisfare. Si è convinta che solo Gesù può donarle quest’acqua viva, che disseta. Era già capitato alla Samaritana e sembra ora un luogo comune: ma, davvero, d’allora in poi è capitato, e capita ancora, a milioni di persone.

E’ un amore che è nato, e cresce dentro di lei, irresistibile, praticando ciò che lei chiama orazione.

E altro non è che “una conversazione intima d’amicizia frequentemente promossa e sostenuta nel silenzio e nella solitudine con Colui da cui sa di essere amata”. Questo Gesù, sempre più esigente e geloso, che le fa capire di non più tollerare che il cuore di Teresa resti ancora troppo coinvolto con certe amicizie umane, che per quanto siano irreprensibili, occupano troppo il suo amore, impedendole di mettersi completamente a disposizione di Colui che non ha esitato a dare la sua vita per lei.
E’ necessario che la brillante Donna Teresa de Ahumada y Cepeda, come la chiamano ancora nel monastero, diventi la bruciante tutta innamorata Teresa di Gesù. Ed è proprio ciò che capita un giorno di primavera del 1554, mentre prega davanti a Cristo tutto coperto di piaghe. D’allora si sente addosso lo sguardo di Lui accorato e quasi implorante d’amore.

Da quel momento, la sua vita più non le appartiene, non è più sua, ma Gesù in lei. Un Gesù che le si fa sempre più presente e così pressante da sognarLo anche di notte. Rivelerà al suo confessore un giorno che sembrava impossibile che si potesse amare più di così: “Non smetteva mai di parlare a Lui o di parlare di Lui!”. Non ricordava di essersi dimenticata di Lui per più di tre minuti, anche in mezzo agli affari e alle preoccupazioni delle sue fondazioni. Un tale amore la porta progressivamente a non ricercare altro che l’onore e l’interesse di Lui.

“Il mondo è in fiamme”
Eresie, scismi e guerre affliggono la Chiesa in Europa. Fame, pestilenze, ignoranza… “quante anime che si perdono”.
Che fare per arrestare questo disastro? “Avrei dato mille volte la vita pur di salvare anche una sola di queste anime… Ma, essendo donna e imperfetta, mi vedevo impossibilitata a realizzare ciò che avrei voluto per la gloria di Dio. Il mio grande desiderio era, ed è tuttora, che, dato che Egli ha tanti nemici e così pochi amici, questi almeno Gli fossero devoti. Mi decisi dunque di fare quel poco che dipendeva da me: seguire i consigli evangelici con tutta la perfezione possibile e indurre a questo impegno le religiose di questo monastero”.

Questo monastero è quello di San Giuseppe ad Avila, fondato un po’ fuori le mura il 24 agosto 1562.
Sarà sarà seguito da una quindicina di altri, impostati sullo stesso modulo. Un modulo di vita rigorosamente evangelica, praticando strettamente la povertà, la semplicità, il distacco, nella solitudine e nella preghiera, in condizione fraterna.

La Carmelitana non si ripara dietro le grate per godervi egoisticamente la presenza del suo Gesù.
E’ impossibile. Lui stesso non lo permetterebbe.
La Carmelitana intende lì, tra quattro mura, fare della sua vita un sacrificio di lode, d’amore, di gioia, partecipando totalmente al mistero di Cristo e della Chiesa.
Proprio come dirà più tardi Edith Stein, una delle più commoventi figlie di Santa Teresa d’Avila, morta in un campo di concentramento hitleriano: “La sposa di Cristo sta ritta al suo fianco, come la Chiesa e come la Madre di Dio, che è la Chiesa nella sua forma perfetta. Il dono totale del suo essere e della sua vita la fanno entrare nella Vita e nella Passione di Cristo, permettendole di patire e di morire con Lui di una morte che diventa per l’umanità sorgente di vita. Così la sposa di Cristo arriva a sperimentare una maternità spirituale che abbraccia l’umanità intera, sia che prenda parte attiva alla conversione delle anime, sia che ottenga per l’immolazione sua frutti di grazia per coloro che umanamente non incontrerà mai”.
Mentre un’altra sua gloriosa figlia, Santa Teresa di Gesù Bambino, entusiasticamente e appassionatamente si identificherà con la missione: “…nel cuore della Chiesa, mia Madre, sarò l’Amore”. E getterà la sua vita, come si gettano i petali di una rosa, giorno per giorno…, per amore.

Per la realizzazione di un’opera così prodigiosa, Teresa di Gesù trova un aiuto inappagabile in un altro gigante di santità, San Giovanni della Croce, capofila del ramo maschile della riforma teresiana.

Come quest’ultimo, la Santa del Carmelo ci ha lasciato il suo pensiero e la sua grande riconosciuta esperienza mistica in libri che sono considerati veri gioielli della letteratura spagnola e cristiana. L’orazione è l’argomento dominante, indispensabile per una seria, progressiva, esaltante esperienza di Dio. parte da una considerazione molto elementare: ciascuno di noi, fin dal battesimo, porta in sé, nel profondo del proprio cuore, il Creatore del mondo, il Sole di Giustizia.
Che ci pensiamo o no, che noi ci rifiutiamo o che l’amiamo, è Lui che ci dona la Vita e la Luce, è Lui che ci fa il dono di respirare e di cantare. fare orazione è esporre la propria anima ai raggi di questo Sole per lasciarci da Lui riscaldare e illuminare.

Praticare tali autorevoli insegnamenti porta ad una trasformazione della propria vita.

Teresa di Gesù muore a 67 anni, consumata dalle fatiche per la fondazione dei suoi 17 monasteri.
Prima di spirare esclama: “Signore mio e Sposo mio, è arrivata finalmente l’ora in cui potrò saziarmi di Te, che ho tanto desiderato!”.

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