Scatto prima di partire, in areoporto

Avventure (varie…) di un campo missionario

Avventure (varie…) di un campo missionario

Il 1 di agosto sono arrivati a Yaoundé i tre ragazzi della parrocchia di Milano per la prima esperienza che abbiamo organizzato di un campo missionario presso la nostra parrocchia di Nkoabang. Lorenzo, Marco e Elena, partiti da Malpensa alle 10.30 ca, nonostante qualche ritardo e qualche intoppo per il break down del sistema informatico dei banchi del check-in, si sono imbarcati sorridenti e speranzosi!

Scatto prima di partire, in areoporto

Il viaggio è trascorso piacevolmente fino a Yaoundé, dove sono atterrati alle 23.00, accorgendosi ben presto (insieme a uno svariato numero di altri passeggeri), che i loro bagagli non erano stati imbarcati… Wellcome to Yaoundé!!: delle 6 valige che avevano, infatti (3 loro e 3 che gli avevo fatto avere io piene di cose da portare in Missione), ne sono arrivati solo due… che non erano nemmeno quelli personali!!!… Insomma un inizio non proprio brillante, anche perché le operazioni per la denuncia di mancato arrivo dei bagagli si sono svolte con lentezze un po’ bibliche tanto che solo verso la 1.00 di notte sono riusciti a guadagnare faticosamente l’uscita dell’aeroporto. Un po’ distrutti, un po’ allarmati per la mancanza del bagaglio, con la rassicurazione (!!!) che i bagagli sarebbero arrivati il 3/8 in mattinata!
Arrivati abbastanza velocemente in convento (a quell’ora anche il traffico caotico di Yaoundé si calma), il resto della notte attende tutti per un sonno ristoratore.

Il 2 però si inizia!
Durante la giornata Marco e Lorenzo sono impegnati nel campo organizzato dalla parrocchia per i bambini, una specie di oratorio estivo, quest’anno anche con la possibilità di fermarsi a dormire nel dormitorio adiacente il Foyer de Jeunes (due camerate con letti a castello che possono accogliere, incastrati in qualche modo in due o tre per letto, anche una trentina di bambini ciascuna).
La giornata inizia alle 9.00 e termina alle 17.00. E’ scandita da attività di animazione, giochi, balli, sport e piccole catechesi decisamente interessanti (quella a cui ho partecipato anch’io, nei primi giorni, era sul rapporto corretto tra genitori e figli, una lezione a metà strada tra ‘elementi della tradizione culturale africana sulla famiglia’ e la ‘carta dei diritti dei bambini’, particolarmente toccanti gli interventi dei bambini e dei ragazzi alla fine di ogni incontro, in cui in maniera molto spontanea e libera raccontavano delle loro situazioni familiari di difficoltà). Alle 12.00 c’era la Messa per tutti al ‘Sanctuaire’, la nuova grotta della Madonna del Carmine che la parrocchia ha costruito nel palmeto accanto alla chiesa, e poi il pranzo, per i bambini cucinato al Foyer ma per i nostri animatori consumato in convento (sotto nel giorno di S. Lorenzo!) con le prelibatezze del nostro cuoco Salomon.

Persone riunite intorno alla tavola

Il pomeriggio continuava dalle 15, dopo una salutare e ristoratrice pausa postprandiana, fin verso le 17 con altri momenti di gioco e di sport. Alle 17 spesso c’era la partita di pallone ‘per i grandi’ nel campo da calcio che è accanto alla chiesa, un vero e proprio scontro agonistico molto fisico nel quale Lorenzo e Marco si sono cimentati più volte, segnando anche alla squadra avversaria!!
Dopo cena alle 20.30/21.00 c’era il ‘Journal du camp’, una specie di telegiornale realizzato dagli animatori con il riassunto delle attività e delle cose più buffe che erano capitate nella giornata, a seguire giochi insieme e poi verso le 22.00, quando i bambini più piccoli erano ormai stramazzati sulle panche del Foyer, tutti a nanna.
Così sono trascorsi i circa dieci giorni del campo, intenso il programma quotidiano ma anche intenso il rapporto coi bambini, tra cui alcuni molto piccoli (2-3 anni), che per tutto il tempo che i ‘bianchi’ erano con loro non facevano che saltargli addosso per accarezzare i capelli morbibi, per

guardare da vicino la pelle bianca, per giocare… insomma dei veri e propri ‘vampiretti energetici’ che alla fine della giornata lasciavano i nostri ragazzi quasi esangui.
Elena, che è al terzo anno di medicina, ha alternato la presenza al campo (con i bambini e in cucina) a quella presso l’ospedale delle suore Francescane Missionarie del Cuore Immacolato che è proprio vicino alla parrocchia, prestando servizio nel reparto maternità e facendo esperienze impensabili per uno studente di medicina in Italia (assistere ai parti, presenziare a una circoncisione, le cure in reparto).
In ogni dove l’accoglienza ai nostri ragazzi è stata magnifica: sempre tutti molto gentili e attenti a loro, tanto che alla fine si sono proprio ben integrati con le persone con cui hanno collaborato.
Un paio di giornate sono state dedicate anche a dei lavori manuali, i nostri tre eroi infatti hanno imbiancato i bagni della scuola parrocchia di Nkoabang, quelli vecchi, leggermente ristrutturati, e il nuovo edificio con i quattro bagni nuovi per i ragazzi delle elementari. Anche qui un contributo fattivo che si è aggiunto a quello economico della Parrocchia di Milano che ha permesso la costruzione di questo nuovo edificio con i bagni più adatti per esigenze della scuola.

Persona che tinteggia
Persone riunite intorno alla tavola

Alla fine, dopo tanto lavoro (loro per lo più, io ho ‘approfittato’ per fare i colloqui con i padri a Nkoabang e per fare dal 5 all’8 agosto la visita alle nostre monache di Etoudi, sempre accompagnato dalla mitica presidente dell’Associazione Francofona, la M. Atenaiz), tutti ci siamo presi un po’ di riposo e ci siamo concessi due notti e tre giorni (pacchetto express!!!) a Kribi, la località di mare più nota del Cameroun, a cinque ore di macchina da Yaoundé, sull’Atlantico, affacciata sul golfo di Guinea.
I giorni a Kribi sono stati di mare (bello e caldo nonostante il cielo fosse spesso coperto e qualche pioggia abbia accompagnato il nostro soggiorno), ma anche di buone mangiate di pesce e crostacei (gamberoni, gamberi, gamberetti… insomma di tutte le dimensioni!!, è la zona di maggior pesca di questi crostacei, e granchi).
Abbiamo alloggiato al TARA Hotel, con camere direttamente sull’oceano, una vera e propria ‘sciccheria’, ma ben meritata dopo tanta fatica!!!!

Selfie con persone del campo missionario
Persone in spiaggia durante il campo missionario

Il giorno del rientro da Kribi in mattinata abbiamo anche ‘fatto un salto ‘ al villaggio dei pigmei, un’esperienza un po’ strana, forse da fare una volta nella vita, ma anche un po’ triste per le condizioni di vita di queste persone, private della loro realtà tradizionale e ridotte un po’ a fenomeno da baraccone… La visita al villaggio dei pigmei e poi anche alle cascate del fiume Lobe, una delle attrazioni naturalistiche della zona, è stata fatta rigorosamente montando su una piroga tradizionale, di fatto un tronco intero scavato e sagomato a forma di barca… bello ma anche un po’ pauroso….

persone su una barca

Il 14 è stato giorno di riposo e di acquisti per le ultime cose in vista del viaggio di ritorno. In mattinata un giro in centro al mercato dei souvenir in legno e gelato a ‘Dolce vita’ il bar VIP di Yaoundé.

Ragazzo davanti ad oggettistica legno
Momento pausa durante il campo missionario

Nel pomeriggio acquisti sartoriali per farsi confezionare camice e gonne con tessuti locali e poi la sera una cenetta prelibata a base di Boa costrictor e pandolino (mammifero in via di estinzione, che si sarebbe anche fatto anche a meno di mangiare, ma visto che era già stato preso e arrivato a casa, tanto valeva non sprecare questo frutto prelibato della foresta!! – questa però è una notizia da non divulgare!!!).

Pelle di serpente
Pangolino trovato in un campo

Purtroppo…. io sono dovuto salire a Nkolbisson il 14 e mi sono perso la cena prelibata con gli animali dalla foresta (mannaggia!!!!), ma mi sono rifatto con le faraone del nostro allevamento di Nkolbisson (più casalinghe ma anch’esse abbastanza selvatiche e guerriere stando alle parole di p. Marco!!!).
Il 15 i mitici tre arrivano infine a sera a Nkolbisson e dopo una visita veloce al convento e una cena con tutti i nostri formandi, si parte per l’aereoporto per il viaggio di ritorno, carichi delle esperienze fatte ma anche degli ananas e degli avocado che p. Dieudonné ha fatto mettere in valigia (extra peso di 30 kg… che abbiamo dovuto ripartire velocemente prima del check-in nei quattro bagagli a disposizione dei ragazzi!!).

Quindici giorni volati e intensi, grazie Africa per questo ulteriore regalo che ci hai fatto!!

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