Statua nel giardino del monastero

Bologna chiusura IV Centenario

Bologna chiusura IV Centenario

La sera del 19 ottobre la Prof.ssa Elisabetta Marchetti, Docente di Storia del Cristianesimo e delle Chiese nell’Università di Bologna – Dipartimento di Beni Culturali, ha tenuto una conferenza dal titolo: “Novembre 1619 – Le Carmelitane Scalze arrivano a Bologna”. Un invito a riflettere insieme sulle origini dell’Ordine di Teresa nella città felsinea. La conferenza si inseriva nell’ambito delle Celebrazioni del IV Centenario dalla fondazione del Monastero dedicato al Cuore Immacolato di Maria delle Monache Carmelitane Scalze di Bologna. Centenario che il 1° novembre si è concluso con una Solenne Concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Cardinal Matteo Zuppi. «Oggi restituiamo un po’ della preghiera che voi ci donate», ha detto il Cardinale nell’omelia. E ha concluso con queste parole: «Chiediamo per voi che continuiate a portarci in alto, come Santa Teresa, molto in alto, e chiediamo che continuiate ad essere un luogo dove impariamo ad entrare nel tempo, dove impariamo a fermarci da tanti affanni che crediamo ci facciano trovare noi stessi e in realtà ci rendono una caricatura, come Marta, o ci rendono lontani dalla vita vera. Ha detto Papa Francesco al Carmelo in Madagascar: “Siate fari, per i vicini e soprattutto per i lontani. … fiaccole che accompagnano il cammino degli uomini e delle donne nella notte oscura del tempo. Siate sentinelle del mattino che annunciano il sorgere del sole”. In realtà, davvero voi siete sempre in uscita ed è curioso che quelli che dovrebbero star fuori stanno rintanati in sacrestia e quelli che dovrebbero star dentro in realtà con la preghiera e con l’amore stanno sempre fuori».
«Un monastero è sempre un luogo in cui arrivano i dolori del mondo, quelli della vostra gente. Possano i vostri monasteri, nel rispetto del vostro carisma contemplativo e delle vostre costituzioni, essere luoghi di accoglienza e di ascolto, specialmente per persone molto infelici», aveva detto Francesco nell’omelia citata, «Siate attente al grido e alle miserie degli uomini e delle donne intorno a voi, che vengono a voi consumati dalla sofferenza, dallo sfruttamento e dallo scoraggiamento. Non siate di quelli che ascoltano solo per vincere la noia, soddisfare la curiosità o raccogliere argomenti di conversazione. Ascoltate il cuore del Signore per ascoltarlo anche nei vostri fratelli e sorelle».
Viene da dire a quelli che stanno “rintanati in sacrestia” che stiano attenti ai cuori di queste nostre sorelle e tornino a star fuori, per annunciare la fede a chi ne è povero ormai. «La fede è il bene più grande dei poveri! È molto importante che questa fede sia annunciata, rafforzata in loro, che li aiuti davvero a vivere e a sperare». Che queste donne continuino ad esortare con la vita tutti quanti noi.

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